Wednesday, 9 October 2019

Prima esercitazione B


QUOTIDIANITA’-COLLAGE-PROFONDITA’-STRATIFICAZIONE -NARRAZIONE
                   
L’arte di Maria Lai consente di sviluppare un’ulteriore “chiave di lettura” riguardo al tema del “povero”,
del “periferico”. L’artista fornisce una visione del mondo, dei paesaggi cui è legata, che è la
sua personale perché, come tutte le forme d’arte, personalità, background, passioni, ideali,
influenzano la creazione artistica stessa. Interessante, poi, il tema del filo, tramite il quale
sembra voler cercare un dialogo tra la complessità del suo mondo interiore e il mondo
esterno, non meno complesso. 
Da qui l’idea di realizzare “collage” di immagini come piccole “storie” che parlano di noi
quattro, delle nostre passioni, di elementi cui siamo legati e che fanno parte del nostro
background. Questi collage sono molto diversi tra loro, tuttavia un ipotetico filo li
attraversa e li tiene uniti.
Le azioni progettuali di ognuno di noi sono necessariamente, in parte, influenzate dal
nostro mondo interiore, ma sono anche chiamate a confrontarsi con una realtà specifica,
il mondo di “Aniene Rims”, che ha un proprio background pieno di ricchezza e complessità.
L’atto progettuale sta nel “tessere” quel filo che consenta di riunire la pluralità di elementi
caratterizzanti la natura delle periferie per valorizzarli e restituirgli dignità, trovando una
mediazione tra la complessità della nostra interiorità e la complessità del contesto con cui
siamo chiamati a confrontarci.  


   Emanuele Lumaca        Lidia Maria Giannini         Alessandro Pallini       Damiano Piccioni


Prima esercitazione A




RISEMANTIZZAZIONE:
fornire di nuovi significati, di nuove valenze semantiche (def. Dizionario Olivetti)


   


Il termine risemantizzazione ci fornisce una “chiave di lettura” sul tema “Aniene Rims”:
lavorare sulle periferie attraverso progetti che possano dare a luoghi oggi dimenticati nuovi significati
senza nascondere-negare la loro natura.


In Mimmo Rotella “risemantizzazione” si può legare al concetto di stratificazione: l’artista carica un
semplice gesto spontaneo (l’azione di attaccare manifesti l’uno sull’altro) di un nuovo significato, operando
dei tagli, degli strappi. I tagli rendono noto il “passato” e allo stesso tempo non negano il “futuro”, ma
anzi fanno coesistere i due tempi. Questo stesso gesto si può tradurre in azione progettuale: operare
mantenendo viva la natura delle periferie, senza negare la possibilità che nuove architetture le vadano
a valorizzare.


Matta Clark denuncia i danni della speculazione edilizia ed opera una “risemantizzazione” attraverso
sezioni, incisioni o distruzioni di edifici, facendone emergere il contenuto e consentendone 
un’esplorazione da molteplici punti di vista. Questo al fine di sviluppare un pensiero critico: rispetto
alle criticità del contesto lui ha agito in questo modo, demolire per riusare e esplorare.


Rural Studio risponde alle criticità del luogo operando una “risemantizzazione” intesa come sperimentazione:
nonostante gli vengano forniti materiali apparentemente alla fine del loro ciclo vitale,
propongono sempre nuovi usi degli stessi, creando modi insoliti e innovativi di pensare l’architettura. 
Le periferie che in alcuni casi presentano edifici abbandonati o elementi di scarto danno l’occasione
di riproporre gli stessi materiali per rifondare e valorizzare, con pochi passaggi, il paesaggio urbano
che presentano.




Lidia Maria Giannini, Emanuele Lumaca, Alessandro Pallini, Damiano Piccioni


Sunday, 6 October 2019


Ipotesi raggruppamento aree UNLost -Aniene urban voids-

A) Aree prevalentemente verdi parzialmente antropizzate a ridosso del fiume
85-86-87-88-89-95

B) Aree industriali-produttive in abbandono / semi-abbandono / in corso di riconversione
79-80-82-83-93-94

C) Spazi interstiziali interni al tessuto edificato
78

D) Grandi aree sottoutilizzate / abbandonate / impropriamente utilizzate
74-75-76-81-84-91-92-97-98

E) Aree con manufatti produttivo-artigianali informali impropri
71-72-73-77-96-99

Friday, 4 October 2019



Dal catalogo del MAAM: "Imparare da Metropoliz UnLost territories ovvero il centro è dove è l'azione"  -Antonino Saggio-


“Perché sia chiaro, noi non scherziamo, non siamo u-topici, non siamo “senza luogo”, ma il progetto è per questo settore, per questa città, per questo tempo: è qui che si deve fare, come molte altre città del mondo hanno già fatto”

Spesso gli architetti pensano di poter risolvere con “archetipi” problematiche generali e globali: così, ad esempio, alla “crisi ambientale” si risponde costruendo “edifici verdi”, architetture che potrebbero essere immaginate in ogni luogo e che spesso si rivelano deleterie piuttosto che migliorare la qualità della vita. 
Noi siamo chiamati ora a confrontarci con una realtà specifica, quella di Roma e delle sue periferie. Sono aree che meritano di essere revitalizzate con progetti che originino dal contesto in cui sono calati e che rispondano alle esigenze della società in continuo cambiamento. Penso che, se a un qualunque nostro futuro progetto realizzato dovesse accadere quel che è accaduto a “tree.it” nel MAAM, potremmo ritenere gran parte del nostro compito di progettisti compiuta: “La rampa di “tree.it” zigzaga tra i pilastri di un grande capannone, ma sembra essere sempre stata lì. I bambini se la sono presa: un oggetto multitasking, un piccolo catalizzatore”.




Wednesday, 2 October 2019